In Italia, una giovane donna bresciana verrà sottoposta a perizia psichiatrica perché ritenuta poco credibile in quanto – per proteggere il proprio padre nel timore che facesse giustizia sommaria – denunciando di aver subito uno stupro ha affermato in un primo momento di non conoscere l’uomo che l’aveva stuprata e solo successivamente ne ha indicato l’identità (Articolo).
In Iran Reyhaneh Jabbari viene condannata alla pena capitale e impiccata non per aver ucciso un uomo, ma per aver mantenuto ferma la propria versione dei fatti, cioè di averlo ucciso perché lui voleva stuprarla: la giovane donna ha scelto di morire pur di non restituire a quest’uomo un falso onore dichiarando di essersi inventata lo stupro, come la famiglia di lui aveva chiesto per accordarle il perdono che le avrebbe salvato la vita.
Per noi fino a prova contraria: “l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
(Franca Viola, che nel 1965 rifiutò il matrimonio riparatore con l’uomo che l’aveva rapita e violentata)
Casa Delle Donne CaD-Brescia