Case o Prigioni?
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Libretto informativo: Case o Prigioni? storie e numeri di omicidi in famiglia in Lombardia orientale 2005-2012.
L’O.N.V.D. (Osservatorio Nazionale Violenza Domestica) non è solo una sigla che studia, analizza e scrive, ma è una struttura dai mille occhi, dalle tante sensibilità, dalle diverse competenze. In ciò esso è certamente sollecitato, anche, dall’interesse che via via è cresciuto verso il fenomeno della violenza in ambito familiare, dalla drammaticità delle sue dimensioni e al tempo stesso dalla carenza di informazioni complessive e compiute.
Eppure, singoli studiosi, equipe di esperti, strutture scientifiche (e l’ONVD fra questi) hanno prodotto in particolare negli ultimi decenni una vera e propria letteratura, analisi e azioni che hanno certamente fornito canoni di lettura, metodiche euristiche anche innovative, un aumento insomma di conoscenza del fenomeno che tuttavia permane, resta ancora indefinito, indeterminato, persino oscuro in molte sue parti. Viviamo una realtà culturale e sociale in mutamento sempre più rapido dentro la quale si situa il fenomeno connotato da forti ambivalenze che spingono più verso l’immersione e l’occultamento che non verso l’emersione e il disvelamento.
E ciò vale per i soggetti interessati e coinvolti tanto quanto per la società entro la quale si collocano, agiscono e vengono immaginati. La società costruisce se stessa confondendo ciò che è e ciò che le pare naturale che sia o, infine, ciò che le interessa. Lo studioso deve liberarsi di questo schermo, liberare i fenomeni sociali dalle immaginazioni collettive.
Questo non va attribuito esclusivamente all’oggi.
Anche quello della violenza in famiglia -di certo pur sotto altre forme e con altre connotazioni- esiste con l’esistere dell’uomo, forse parte costitutiva dell’aspetto dolente dell’umanità.
Anche quando questa violenza emerge negli aspetti più evidenti e più estremi della violenza (uccisione del partner, del figlio, del genitore etc.) resta una difficoltà a fondarne una lettura critica, a interpretare distintamente il fenomeno in presenza di una limitatezza delle nostre conoscenze complessive e di un sistema di analisi compiuto.
Permane anche per questi casi estremi ed evidenti in sé, una resistenza istituzionale ad assumere dimensione e valenza sociale. Insomma, evidenti ma istituzionalmente silenti, fatto salvo l’ovvio ma insignificante clamore mediatico.
Eppure tutti gli aspetti richiedono e richiamano studio, anche perché sono fenomeni storici, evolutivi: sono un aspetto del modo di essere della nostra società.