19 Mar 2014

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Corso di formazione per operatrici d’accoglienza

Da martedì 1 aprile, per 5 giornate, si svolgerà il corso di formazione per le operatrici d’accoglienza presso la sede della Casa Delle Donne in via San Faustino 38, Brescia.

 

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Cordoglio

Le Operatrici e le Counselor della Casa Delle Donne sono vicine alla Presidente Piera Stretti a cui questa mattina è venuta a mancare la mamma Silbilla Luigina Averoldi.

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12 Mar 2014

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Laboratori Interattivi contro gli stereotipi alle radici della violenza

La Casa Delle Donne CaD-Brescia propone dei Laboratori Interattivi su: “Sessismo, razzismo, bullismo, omofobia: contro gli stereotipi alle radici della violenza” che si svolgeranno presso l’Itis nelle giornate del 28 marzo e 11 aprile, dalle 15:00 alle 17:00.
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Le conduttrici, Serena Ballista e Judith Pinnock, sono da anni impegnate in laboratori e corsi di formazione dedicati alla cultura di genere e delle differenze; sono coautrici di “A tavola con Platone. Esercitazioni e giochi d’aula sulle differenze culturali, sessuali e di genere” ( FS edizioni – 2012) e di Bellezza femminile e verità. Modelli e ruoli nella comunicazione sessista” (ed. Fausto Lupetti – 2012).

La partecipazione all’iniziativa è aperta a tutte e tutti, non essendo indirizzata esclusivamente a docenti e genitori, ed è libera e gratuita, previa iscrizione.

Evento organizzato dalla Casa Delle Donne CaD-Brescia in collaborazione con l’Associazione Cerchio Degli Uomini di Brescia e con il contributo di Club Brescia.

Aggiornamento:
[icon_link style=”link” color=”blue” href=”https://www.casadelledonne-bs.it/multimedia/laboratori-interattivi-stereotipi-alle-radici-della-violenza/” target=”_blank”]Guarda i video[/icon_link]

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12 Mar 2014

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BresciaOggi: iniziative realizzate l'8 marzo e i dati della violenza

La Casa delle Donne nel 2013 è stata aperta per 363 nuove «vittime». Sebbene oggi sia diventata una festa e, nei casi peggiori, un mero momento consumistico di mimose e regalini più o meno banali, l’otto marzo ha origini tragiche, con la strage avvenuta ai primi del Novecento o i oltre cento operaie tessili in sciopero e che, l’otto marzo, persero la vita durante un rogo sviluppatosi all’interno della fabbrica dove il loro padrone le aveva rinchiuse. L’origine tragica perdura anche oggi, anche se la drammaticità attualmente riveste le forme del cosiddetto femminicidio, assassinii di donne da parte dei loro compagni che avvengono ogni giorno in tutto il mondo, Brescia inclusa.
Lo sanno bene alla Casa delle donne, storico centro antiviolenza della nostra città che da venticinque anni accoglie le donne vittime di violenza e cerca di dar loro aiuto. Dal1989 ad oggi sono state accolte più di 5000 donne in difficoltà, con un numero sempre crescente di donne straniere. l dati del 2013 pubblicati sul sito dell’associazione, descrivono una situazione drammatica: le donne accolte nella sede in via San Faustino 38 sono state un totale di 363 (in aumento rispetto agli anni precedenti), di cui 243 di nazionalità italiana, 91 di nazionalità extra europea e solo 29 di altre nazionalità appartenenti all’Unione Europea. Gli autori dei comportamenti violenti sono in totale 330, di cui , 249 italiani, 74 non europei e 7 di uomini appartenenti all’Ue. Nel 52 per cento dei casi il maltrattatore è il marito, nel 12 il convivente, 20 l’ex, 5 un conoscente, 3 un partente, 2 uno sconosciuto, per il 2 per cento genitori o il figlio, uno il partner del genitore, uno il fratello uno il figlio: insomma la stragrande maggioranza dei casi uomini che dovrebbero amare le donne e che, invece, le picchiano. LE VOLONTARIE della Casa delle Donne mettono tutta la loro energia nel cercare di contrastare questa violenza, con attività di ascolto telefonico, consulenza legale e psicologica, interventi formativi/informativi nelle scuole ma anche partecipazione a convegni e dibattiti pubblici e organizzazione di tanti corsi: il prossimo prenderà il via tra pochi giorni, il 13 marzo, e per 4 serate, si svolgerà il corso di approfondimento <<La Violenza nei Legami d’Amore>>. Infine, nonostante il contesto sconfortante, la Casa delle Donne a volte fa festa: come ieri, quando le volontarie si sono trovate assieme ad altre persone che sostengono l’associazione, al circolo Uisp Vivicittà, per una cena di raccolta fondi e, in precedenza, con una performance di danza da parte del gruppo <<Danza Lab>> in concomitanza con l’inaugurazione della mostra: <<Balie Italiane & colf straniere: migrazioni al femminile nella storia della società italiana>>, trenta pannelli che documentano il fenomeno che ha avuto come teatro l’Italia. La mostra è visitabile in via Maggi lunedì e venerdì dalle 9 alle 15, martedì e sabato dalle 9 alle 19, mercoledì dalle 15 alle 19. IR.PA. (fonte articolo: BresciaOggi, foto)

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Alcune fotografie scattate durante l’inaugurazione della mostra fotografica Balie Italiane & Colf Straniere, con in contemporanea una performance di danza, realizzata da “Danza Lab”: un omaggio alla figura femminile.

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11 Mar 2014

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Incontro con Lea Melandri

Giovedì 27 marzo, alle ore 17:30, presso la sede della Casa Delle Donne in via s.Faustino 38, ci sarà un incontro con Lea Melandri, autrice del libro “Amore e Violenza“, organizzato dalla Libreria Rinascita e dall’associazione Libri e Lettori, in collaborazione con la Commissione Pari opportunità del Comune di Brescia.

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Video di un incontro avvenuto recentemente a Bologna “Il fattore molesto della civiltà: la parentela insospettabile tra amore e violenza”.

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07 Mar 2014

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Violenza sulle donne, in 4 anni al Civile 800 richieste di aiuto.

Si parla molto di violenza di genere, ma poi? Per fare il punto della situazione sul fenomeno e ragionare sulle conseguenze che provoca anche sul nostro territorio, “Brescia per Passione” ha organizzato un convegno dal titolo “Nemmeno con un fiore”, che si è svolto ieri sera nella sala Piamarta di via San Faustino. L’associazione creata da Laura Castelletti ha da sempre concentrato parte della sua attenzione verso le tematiche femminili, sforzandosi di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica e cercando di favorire aiuti concreti alle realtà che se ne occupano, interpretandone i bisogni pratici. A discutere della questione sono state chiamate Mariagrazia Fontana, chirurgo degli Spedali Civili, che presta servizio all’interno del Pronto Soccorso e Piera Stretti, presidente della “Casa delle Donne”, da venticinque anni impegnata nella battaglia a difesa e a tutela delle donne vittime di soprusi.
«Al Civile è attivo un protocollo per accogliere al meglio le donne che chiedono assistenza medica in seguito a una violenza subita, gestire correttamente questi casi richiede una competenza specifica e una formazione adeguata su questo tema», ha esordito la dottoressa Fontana, ricordando che «i soggetti interessati sono chirurghi, ginecologi, medici legali, chi si occupa della profilassi che fa seguito a un abuso sessuale, gli incaricati delle dimissioni, gli operatori della Questura o i carabinieri che raccolgono le denunce». Negli ultimi quattro anni i casi trattati nel nostro principale ospedale sono stati ben 798, il 9,4% riguardanti episodi di violenza sessuale, il 70% circa inerenti a percosse e il restante 20% a maltrattamenti. Per tre volte l’accusa nei confronti del responsabile è stata di tentato omicidio. È AUMENTATO negli anni il numero di donne straniere, diventate circa il 40% del totale, che si rivolgono ai sanitari per ricevere cure appropriate. «Io credo che dipenda dal grosso lavoro che abbiamo svolto con i Comuni e nelle scuole – ha spiegato Fontana – voglio sperare che ciò abbia conferito a molte ragazze e donne straniere una maggior consapevolezza dei loro diritti, se per noi italiane è difficile affrontare un argomento così spigoloso, immaginiamoci cosa possa significare per una donna pakistana, indiana o araba. Differenze culturali profondissime richiederebbero una mediazione culturale, io stessa dovrei essere meglio preparata sul concetto di violenza declinato secondo i loro canoni».
Un tempo si riteneva che la violenza sessuale fosse unicamente praticata da soggetti cosiddetti esterni, mentre spesso si verifica all’interno di un rapporto di coppia. Solamente da poco esiste la consapevolezza diffusa che un amplesso imposto da un marito o da un compagno costituisce un reato e non si tratta di un atto dovuto. Lo ha voluto sottolineare all’inizio del suo intervento Piera Stretti, che attraverso una serie di slide ha presentato un excursus completo sulla violenza di genere nelle sue diverse declinazioni, dalla psicologica all’economica: «Non va confusa con la violenza domestica, una distinzione determinata dalla convenzione di Istanbul, la prima è effettuata contro donne perché ritenute esseri inferiori al proprio servizio, mentre la seconda si verifica all’interno della coppia e vede la donna oggetto di violenza fisica, magari perpetrata dai genitori su figlie minori». Diverso è il semplice conflitto all’interno di una coppia, dove i due partner hanno pari potere contrattuale ed entrambi sono protagonisti di una guerra, che può diventare violenta ed essere portata all’estremo. Le parole chiave per affrontare e vincere questa battaglia di civiltà sono, secondo Stretti, “protocollo e rete”. Le leggi nazionali e la regionale prevedono che gli interventi siano effettuati in modo integrato e in modo condiviso da tutti i soggetti chiamati a operare. LA LEGGE LICENZIATA dal consiglio regionale obbliga alla stipula di un protocollo che abbia come capofila il Comune per accedere ai fondi messi a disposizione, un percorso mai completato a Brescia e necessario secondo Stretti. Manca il sigillo della Loggia, senza il quale gli altri attori coinvolti (mondo socio sanitario, apparati di sicurezza, sistema giudiziario e centro anti violenza) non possono formalizzare la loro sinergia. Nel frattempo è stato inaugurato nel Palazzo di giustizia uno sportello dedicato alle donne vittime di questo odioso genere di crimine: tre operatrici della “Casa delle Donne” mettono volontariamente a disposizione la loro esperienza maturata nella struttura di via San Faustino.
La serata ha anche visto Laura Mantovi offrire alla platea un toccante monologo in cui è elencato il triste, lungo e dolorosissimo elenco delle vittime di femminicidio dell’anno scorso in Italia. L’attrice ha definito la sua performance «un dovere civico e morale, lo recito sognando di non doverlo più fare».

Mauro Zappa
(Fonte articolo: Bresciaoggi.it)
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06 Mar 2014

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Video – Violenza nelle separazioni: come tutelare i bambini?

Intervento di Luisa Betti avvenuto a Milano, al convegno organizzato dal Movimento per l’Infanzia, dedicato al piccolo Federico, che fu assassinato dal padre durante un colloquio “protetto”, nonostante i ripetuti allarmi lanciati dalla madre, che chiedeva gli fosse tolta la patria potestà.

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06 Mar 2014

dati

Indagine sui femidici in Italia. Anno 2013

INDAGINE SUI FEMICIDI IN ITALIA REALIZZATA SUI DATI DELLA STAMPA

NAZIONALE E LOCALE:

ANNO 2013

a cura del Gruppo di lavoro sui Femicidi

Casa delle donne per non subire violenza, Bologna

 

 

Ricerca di: Petra Crociati, Laura farina, Roberta Granelli, Chiara Ioriatti, Cristina Karadole, Elisa Ottaviani, Anna Pramstrahler Inma Mora Sanchez, Cinzia Verucci

 RIFLESSIONI INTRODUTTIVE

Prosegue per l’anno 2013 l’indagine curata dal gruppo di lavoro della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, volta ad indagare i dati emergenti dalla stampa nazionale e locale sulle donne uccise nel nostro paese per motivi di genere (femicidi).

Permane infatti la necessità di colmare un vuoto conoscitivo in relazione al fenomeno, che da anni denunciamo e che è stato all’origine del nostro percorso di indagine, oltre che la convinzione che sia necessario conoscere i fatti sociali per poterli prevenire e contrastare.

Seppure moltissime sono state quest’anno le iniziative intorno al tema femminicidio in Italia, a partire da quelle governative, come il decreto femminicidio, approvato ad agosto 2013, poi convertito in legge in ottobre, seppure non ancora applicato.

In particolare vogliamo qui ricordare le iniziative organizzate intorno al 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza alle donne, dalla società civile, che hanno posto all’ordine del giorno violenza contro le donne e femminicidio come  problemi sociali.

E tra queste richiamiamo il lavoro di una giovane Graphic Designer genovese, Sara Porco, con cui abbiamo collaborato con noi e con le Girl Geer Dinners di Milano e ha creato il sito “Stop al Femminicidio” e l’applicazione “La mappa dei Femicidi“, dove rende accessibili i nostri dati a partire dal 2005. Lo scopo principale del progetto è quello di mettere in luce il fenomeno e denunciare l’assenza di dati ufficiali e di offrire una mappa che raccoglie oltre 1000 casi, ricostruendo il fenomeno in modo diretto e intuitivo.

Read More “Indagine sui femidici in Italia. Anno 2013”

03 Mar 2014

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Incontro di informazione e divulgazione sul tema della Violenza Domestica

Il 7 Marzo, alle 20:30, Serate Dibattito invita alla serata di informazione e divulgazione sulla Violenza Domestica in compagnia di molti ospiti tra cui la Casa Delle Donne CaD-Brescia, Maschile Plurale, Il Cerchio Degli Uomini e la dottoressa Elisa M. Canossavi, presso il teatro parrocchiale di Barghe, via nazionale 57.

Per Informazioni:
[icon style=”email” color=”blue”]seratedibattito@libero.it[/icon]

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02 Mar 2014

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Documentario: Mai più violenza sulle donne

Video/Documentario “Mai più violenza sulle donne. Prevenzione e buone pratiche per arginarla” realizzato da Massimo De Angelis per Amnesty International Italia (2014).

Alcuni estratti:

Monica Ligas, Psicologa:
Quando parliamo di violenza intrafamiliare parliamo anche di violenza assistita, che è particolarmente subdola. Questo cosa vuol dire? Che per un bambino essere picchiato direttamente o vedere la propria madre picchiata non fa nessuna differeza. Il problema maggiore però qual è? E’ che in realtà diventa poi una catena, che si tramanda di padre in figlio, quasi fosse un’eredità e quindi è molto più probabile che un bambino che ha subito violenza assistita diventi un domani un adulto violento o un adulto vittima.

Chiara Volpato, Psicologa Sociale:
C’è da parte della società una legittimazione della violenza maschile sulla donna, viene legittimato dal modello maschilista, dal modello sessista, che ci portiamo dietro e che ha avuto a mio avviso una recrudescenza negli ultimi vent’anni. Se noi ci guardiamo intorno ci sono tutta una serie di modi, di oggettivazione della donna, fino a una vera e propria deumanizzazione della donna.
L’oggettivazione basta andare nelle strade e guardare tutta una serie di manifesti pubblicitari che ci sono intorno a noi, in cui vediamo il corpo femminile che viene esposto in una maniera molto diversa dal corpo maschile e addirittura vediamo questo corpo femminile esposto a pezzi.
Se poi pensiamo alla diffusione della pornografia, che è una diffusione che è aumentata negli ultimi anni in maniera esponenziale, soprattutto grazie al web, a internet, ecc. soprattuto tra gli adolescenti. Nella pornografia il corpo femminile è appunto visto come un oggetto, c’è questa legittimizzazione.. è un qualcosa che porta alla legittimizzazione della violenza, perché spesso nei video pornografici la donna viene violenta, viene usata come oggetto.
Un altro aspetto su cui ci si potrebbe soffermare e su cui si sta facendo ricerca in questo momento è quello dei videogiochi, ci sono dei videogiochi violenti che propongono un’immagine anche questa pornografica e sessualizzata della donna. Intervistatore:
C’è un ruolo negativo da parte dei mezzi di comunicazione nella diffisione della violenza sulle donne? Sicuramente. Esiste a più livelli direi. Esiste in tutte le immagini di pornografia leggera che troviamo diffuse nei mezzi di comunicazione, nelle televisioni, nei video musicali per esempio, di cui gli adolescenti sono grandi fautori, ma esistono anche altri aspetti se vogliamo più sottili, anche come gli stessi telegiornali parlano ad esempio della violenza alle donne, dei femminicidi. Molto spesso si tende a sottostimare quello che viene detto delle vittime e si parla molto di più degli aggressori. Intervistatore:
Come si genera questa assuefazione alla violenza contro se stesse da parte delle donne? C’è una sorta di interiorizzazione dello sguardo esterno su di se, cioè le donne guardano a se stesse con uno sguardo esterno, come gli osservatori le guardano, cioè invece di percepirsi dal didentro e percepirsi come individui completi con le proprie aspirazioni, i propri desideri, ecc, sopravvalutano il loro aspetto fisico, il loro aspetto esterno e focalizzano tutta la loro attenzione su questo. E questo porta appunto a quella che gli studiosi chiamano “un’auto-oggettivizzazione del corpo femminile”

Andrea Cicogni, Psichiatra:
Sembra strano che proprio nella famiglia nella coppia ci sia maggior rischio per una donna di subire violenza o di essere addirittura uccisa. Statisticamente il posto in cui una donna rischia maggiormente di essere uccisa è la propria casa, il proprio luogo degli affetti.
Si parla del “raptus” come perdita di controllo, ma in realà sappiamo bene che non è un problema di perdita di controllo di raptus immediato, ma è un meccanismo che parte dall’opposto, da un controllo progressivo, dai meccanismi di controllo su una persona, sulla donna, meccanismi di controllo e potere che piano-piano arrivano a considerare quello che è un rapporto affettivo, un rapporto di possesso, possesso assoluto.
La violenza porta a tutta una serie di disturbi, anche psichici, disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbi comportamentale alimentare, tentati suicidi, suicidi che avvengono realmente, quindi la violenza ha un costo sociale e sanitario incredibile, non sono “soltanto” un piccolo gruppo di uomini, delle belve umane che uccidono, ecc. quello è il caso estremo di un sommerso enorme su cui bisogna cominciare a lavorare e interrogarci anche come operatori della salute mentale.

Alessandre Pauncz, Psicologa CAM:
Nel giro di un paio di mesi l’80% degli uomini interrompe la violenza fisica, per quello che riguarda invece la violenza psicologica o la possibilità in periodi di stress o di difficoltà di ritrovarsi in difficoltà rispetto ai comportamenti aggressivi il percorso è molto lungo.

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